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Tutto sul tagete o garofano indiano, la pianta da seminare nei primi mesi dell’anno

tagete o garofano indiano, pianta da giardino
Piante e fiori

In tanti lo conoscono come garofano indiano (o tagete) e l’aspetto dei fiori di questa pianta è molto simile a quello dei classici garofani. A febbraio, armatevi di pazienza e strumenti da giardino per piantarlo nel vostro terreno.



 

Piantare il garofano indiano: le caratteristiche del tagete

Il tagete appartiene alla famiglia delle Asteracee ed è spesso riconosciuto dai colori appariscenti dei suoi fiori, che variano in diverse sfumature comprese tra il giallo, l’arancio e il rosso con screziature. Si sviluppa con un portamento a cespuglio ricco di fogliame e un’altra caratteristica per cui potreste ricordarlo e riconoscerlo è la sua profumazione sgradevole che porta la maggior parte delle persone a coltivarlo in spazi aperti, sufficientemente vasti da disperderlo. Non a caso, viene anche detto colloquialmente “puzzola”.

Pur non essendo una pianta adatta alla coltivazione in casa, è perfetta a livello ornamentale per creare aiuole e bordure di impatto scenografico. Gli steli sono fitti e ramificati e le foglie di colore verde scuro hanno una forma pinnata.


tagete o garofano indiano
© stock.adobe

 

Il garofano indiano, un fiore utile

La pianta erbacea, annuale perenne del tagete, oltre ad essere molto bella e decorativa, è anche utile a diversi scopi. Gli esudati presenti nelle sue radici sono in grado di allontanare i parassiti detti nematodi. Per questa ragione si possono inserire dei garofani indiani in mezzo all’orto per tutelare gli ortaggi coltivati.

Inoltre, i fiori del tagete sono particolarmente apprezzati dagli insetti impollinatori come le vespe, le api e altri lepidotteri.

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Quando coltivare il tagete?

I semi del tagete germinano con grande facilità. Il momento ideale per coltivare questa pianta è il periodo tra febbraio e marzo. Ciò consentirà di godere della sua fioritura a primavera inoltrata e persino fino a novembre, a seconda delle zone.

Poiché si tratta di una specie che ha una buona capacità di adattamento a diverse tipologie di suolo, non è fondamentale fare particolare attenzione alla scelta del terreno in cui piantarla. È in grado di crescere persino in terreni sassosi. È comunque buona abitudine tenere il terreno sarchiato. Se coltivata in un terreno molto ricco di azoto, lo svantaggio è che la pianta potrebbe produrre molte foglie a discapito dei fiori.


© stock.adobe

 

L’esposizione e le irrigazioni del garofano indiano

Il garofano indiano deve essere piantato in una zona ben esposta alla luce del sole per crescere al meglio e offrire una fioritura abbondante. Al contrario della luce, l’acqua da fornire a questa pianta non deve essere troppa. Non ama il clima molto umido e i ristagni di acqua possono danneggiarla.

Non vi aspettate che la pianta cresca molto in altezza. Se la variante originale può arrivare a due metri, quella da coltivazione in genere non supera un metro. In compenso, potrete contare sulla sua particolare resistenza.

© stock.adobe

Guarda anche: Bocca di leone: la pianta da seminare a febbraio, per una rapida fioritura


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